Valentina – Amare il caffè

Valentina Palange è una ragazza che partendo da Taranto è riuscita a creare sui social una grande community di amanti del Caffé.

Con i suoi video, i suoi workshop e le sue esperienze in giro per il mondo è riuscita a raccontarci cosa c’è dietro quella tazzina presa al bar.

Così ora che il suo libro è fresco di stampa abbiamo chiesto a Valentina di raccontarci la sua storia.
Caro Inchiostro di Puglia,
mi chiamo Valentina e sono nata e cresciuta a Taranto, una città piena di storia, tradizione e bellezza. Si trova esattamente lì dove cominciano a crescere i sogni nelle lunghe passeggiate al tramonto sul mare. Dove la voglia di non andare mai via è sempre presente.
 

Purtroppo, però, sappiamo che spesso il Sud non può promettere un futuro certo. Così, all’età di 19 anni, ho deciso di partire, per scoprire una parte di me che non conoscevo e regalarmi la possibilità di nuove scelte.

Al Sud il caffè è un elemento fondamentale dello scorrere del tempo e dell’aggregazione: amici e famiglie si riuniscono intorno alla tazzina durante le lunghe tavolate.

Nonostante le mie viscere appartengano completamente a questa parte di mondo, non ho mai sentito il bisogno di bere caffè.

Non ne trovavo interessante il sapore, né apprezzavo la sua funzione ma su di me aveva effetti negativi, tra tachicardia e mal di pancia.

Un giorno, però, per esigenze lavorative (lavoravo per un negozio di caffè) mi è toccato assaggiarne uno. Ma quella era una tazzina diversa, che mi ha cambiato la vita 🙂

Il suo profumo mi ha riportata indietro nel tempo, a quando, in primavera, mio padre mi portava a raccogliere i fiori: papaveri, margherite, camomille, gelsomini coloravano i prati. E io ero felice, perché significava che l’estate era vicina e che tutto stava tornando a vivere.

Quel caffè aveva lo stesso profumo. Fu allora che capii: il caffè non è tutto uguale. Ce ne sono di diversi, adatti a sensibilità diverse. Dai più delicati e profumati, ai più intensi e tradizionali, come quelli a cui siamo abituati qui.

Così è iniziata la mia passione che mi ha portato alla divulgazione, online e offline, attraverso video social (alcuni diventati virali) e workshop dedicati a tutto ciò che del caffè ancora non si sa.

Dai molteplici metodi d’estrazione che si usano nel mondo, ai ricordi d’infanzia che ci legano alla moka.

Questa volta, però, con uno sguardo nuovo. Un approccio diverso, pensato per sfatare falsi miti. Tipo: ma la montagnetta nella moka si fa? Sì o no? 

Ti sorprenderebbe sapere che, alla fine, no. Non si fa. Come non si dovrebbe pressare il caffè nel filtro con il cucchiaino. Perché così si brucia.
 

Mentre su una cosa le nonne avevano assolutamente ragione: il caffè nella moka va girato con il cucchiaino, per amalgamare tutti gli aromi!

A distanza di undici anni da quella prima tazzina, oggi mi ritrovo a raccontarlo qui, in una lettera destinata sicuramente a tanti pugliesi e a tanti tarantini come me.
 
Per dirvi che per me è arrivato il momento di racchiudere tutto questo in un libro – edito, manco a farlo apposta, da una casa editrice pugliese.
 

Ho voluto raccontare la mie esperienze per accompagnare i consumatori verso un approccio più consapevole al caffè.

“Il Caffè in Italia fa Schifo” titolo volutamente provocatorio è il racconto di una ragazza di taranto che continua a credere nella possibilità di cambiare il mondo. Anche dalle piccole cose.

È il tentativo di dire che, in tanti bar, il caffè che si beve può essere migliorato – basta prepararlo nel modo giusto, attraverso le mani di un barista preparato.

Scrivere questo libro è stato, per me, un ritorno a casa. Non con gli stessi occhi, ma con uno sguardo nuovo: più lucido, più critico, ma anche più amorevole.

È stato il mio modo di riabbracciare le radici, onorare ciò che sono e offrire – una tazzina alla volta – una visione diversa.
Un abbraccio e buon caffè,

Valentina.

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